Tarlo asiatico, nemico degli alberi
È arrivato dall’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea, Taiwan, Indonesia) e scava gallerie nei rami degli alberi. È stato chiamato tarlo asiatico quando è arrivato in Italia nel 1997, prima nella zona tra Milano e Varese e poi in tutta la Val Padana, fino alla Toscana e al Lazio. Il suo nome è Anoplophora chinensis ed è un coleottero cerambicide xilofago, cioè mangiatore di legno: non ha preferenze e si nutre di latifoglie sia arbustive che arboree. Costituisce un grave pericolo non solo nei giardini e parchi, ma anche nei boschi e nei vivai, perché erode i tessuti legnosi di oltre 50 specie, fra cui aceri, betulle, faggi, platani, noccioli, salici, carpini, pioppi, ippocastani, ontani, agrumi, melo, pero, gelso, biancospini, cotoneaster, lagerstremia, rose.
Il tarlo asiatico scava gallerie
L’adulto di tarlo asiatico ha una livrea nera con macchie bianche. L’uovo viene deposto singolarmente dalla femmina, che incide con le mandibole il legno, alla base del fusto e sulle radici affioranti. Le larve bianco panna si nutrono di legno scavando gallerie nel fusto e sulle radici, inizialmente in superficie e poi approfondendosi nei tessuti legnosi delle parti basali del fusto.
Con lo sfarfallamento (da inizio giugno a fine agosto), appaiono i fori d’uscita, di notevoli dimensioni (15-20 mm), localizzati in prevalenza a livello del colletto o subito al di sopra.
Il danno è meccanico: alberi parzialmente cavi al loro interno risultano indeboliti, esposti a rotture e schianti con il vento, la pioggia e la neve, ma anche a infezioni fungine, che trovano “la porta aperta” nei fori delle gallerie.
Problema in Lombardia
Soprattutto chi abita in Lombardia deve monitorare tra giugno e agosto i germogli e soprattutto i colletti di alberi e arbusti per individuare rosure superficiali, che indicano la presenza di adulti, quindi la possibilità di deposizione delle uova e di consistente aggravamento del problema nelle stagioni successive. In questa fase è ancora possibile intervenire ostacolando la deposizione con trappole a feromoni o cercando di colpire le giovani larve con insetticidi, che devono essere distribuiti da personale esperto.
Se si notano segni di tarlo cinese, bisogna immediatamente avvertire il Servizio fitosanitario regionale che provvederà tempestivamente a un sopralluogo in seguito al quale deciderà se la situazione è controllabile o se è necessario l’abbattimento degli alberi ospiti.