Mirto, digestione ok
Se abitate in Sardegna, del mirto probabilmente sapete tutto (e lo usate molto), visto che è tra le piante più diffuse, allo stato spontaneo e coltivato, nella vostra meravigliosa isola. Ma fuori dalla terra dei nuraghi questo arbusto è poco noto e ancor meno utilizzato. Ed è un vero peccato, perché è una pianta ricca di molteplici virtù, e anche molto bella ed ecosostenibile.
Com’è fatto il mirto dai fiori profumati?
Innanzitutto il mirto (Myrtus communis) è una perfetta specie ornamentale: è un arbusto sempreverde, a portamento eretto e cespuglioso, alto fino a 2 m, ma dalla crescita molto lenta. Le foglie, di forma ovale appuntita, sono piccole (2-3 cm), lucenti, coriacee e odorosissime, di colore verde scuro. I fiori piccoli, candidi e solitari, dai numerosi stami giallastri e con cinque petali, sono profumatissimi e nascono a partire da giugno e fino a ottobre, rivivificando il giardino o il terrazzo. Infine da agosto in poi maturano i fruttini, piccole bacche ovali, grandi fino a 1 cm, di colore rosso violaceo nerastro, contenenti 6-8 semi, dolciastre e aromatiche, molto appetite dagli uccelli.
Come si coltiva il mirto?
Poi è elementare da coltivare: con il cambiamento climatico si può piantare in piena terra in giardino anche nel Nord Italia (Alpi escluse) in una posizione soleggiata e riparata dai venti gelidi. Si adatta a qualunque terreno ben drenato, con l’eccezione di quelli acidi. Si annaffia solo nel primo anno dall’impianto e si concima in primavera e autunno con un buon prodotto granulare a lenta cessione per arbusti.
In vaso, di almeno 32 cm di diametro, vuole un buon drenaggio sul fondo e un terriccio universale di marca. Andrà annaffiato più spesso, soprattutto in primavera-estate, ma solo su terriccio asciutto, e anche d’inverno non può rimanere senz’acqua per più di 20 giorni.
La potatura non occorre, anche perché la crescita è molto lenta (in compenso è molto longevo: anche 80 anni).
Perché fa bene?
Ha numerose proprietà fitoterapiche benefiche: stimola l’appetito e favorisce la digestione, è balsamico (grazie alle resine), espettorante e antisettico (in virtù dell’olio essenziale a base di mirtolo), utile nella terapia di affezioni delle vie respiratorie anche grazie alla vitamina C. Si utilizza anche come antinfiammatorio per lenire gengiviti, emorroidi, irritazioni di pelle e mucose (anche della zona genitale), e come astringente in caso di diarrea (è ricchissimo di tannini). Un tempo serviva perfino come tenifugo.
Non ha alcuna interazione con farmaci, né controindicazioni, anche se dosi elevate di olio essenziale possono provocare mal di testa o nausea.
Come si raccoglie il mirto?
Tipico abitante della macchia mediterranea, profuma spontaneamente le coste occidentali, dalla Liguria alla Sicilia (dove non abbonda) e soprattutto alla Sardegna. Poiché difficilmente si trova in zone inquinate, la raccolta può seguire le normali precauzioni igieniche e di sicurezza.
Le parti utilizzate sono le foglie, i fiori, i frutti e l’olio essenziale. Le foglie si raccolgono tra agosto e settembre, i fiori tra maggio e luglio, le bacche da ottobre e fino a che ne rimangono sulla pianta. Tutte le parti si essiccano, separatamente, all’aria e a mezzo sole, e si conservano in sacchetti di carta o barattoli di vetro al buio e all’asciutto.
Ricette di erboristeria con il mirto
Come aperitivo e digestivo: masticate lentamente prima del pasto 2-3 bacche fresche.
Per favorire la digestione: in una tazza d’acqua bollente infondete per 10 minuti un cucchiaino di foglie secche, filtrate, lasciate intiepidire, bevete all’occorrenza dopo il pasto.
Per arrestare la diarrea: infondete 50 g di foglie secche in 1 l d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate, fate raffreddare, dolcificate con miele di castagno, bevete fino a 4 tazze al giorno. In alternativa, 10 gocce di tintura madre su una zolletta di zucchero 3 volte al giorno.
Per lenire gengiviti, mucose irritate o emorroidi: infondete 30 g di fiori e foglie secche in 1 l d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate, fate raffreddare, fate degli sciacqui o applicate per 10 minuti alla parte irritata una pezzuola imbevuta; ripetete il trattamento 3 volte al giorno.
Per lucidare i capelli neri: preparate un decotto di 150 g di bacche schiacciate e bollite in 2 litri d'acqua per 15 minuti, lasciate raffreddare, filtrate e utilizzate per l'ultimo risciacquo.
Come si usa il mirto in cucina
I rametti fogliosi si utilizzano per spennellare d’olio le carni e i pesci e per cuocerli, sia in tegame sia alla griglia. Le bacche aromatizzano il ragù di carne, la cacciagione e le carni arrostite, si aggiungono all’impasto della salsiccia fatta in casa e alle spezie del vin brulé.
In Sardegna sono famosi due deliziosi liquori a base di mirto: dall'infusione delle foglie in alcol si ottiene il liquore al mirto bianco (macerate al sole per 2 settimane 200 g di foglie in 1 l d’alcol, aggiungete 300 g di zucchero e lasciate altre 2 settimane scuotendo il barattolo ogni giorno, filtrate e imbottigliate), mentre quello rosso deriva dalla macerazione delle bacche mature (macerate al buio per 40 giorni 150 g di bacche in 1 l d’alcol, filtrate, aggiungete 150 g di zucchero sciolto in 150 g d’acqua e imbottigliate). In entrambi i casi attendete 2 mesi prima del consumo.
In Corsica si prepara la grappa al mirto: macerate al sole per 2 settimane 150 g di bacche mature in 1 l di grappa, filtrate e aggiungete 250 g di zucchero sciolto in 250 g d'acqua; riponete in un luogo buio e asciutto per almeno sei mesi.