Camellia sasanqua, l’alternativa d’autunno
Come avere fiori in balcone e in giardino anche da novembre a febbraio, magari ripetendo ogni anno la fioritura con le stesse piante? Ma è facile: con una camelia sasanqua o camelia autunnale! È la cugina della ben più famosa camelia primaverile, Camellia japonica, alla quale si può affiancare se desiderate una fioritura ininterrotta dall’autunno fino ad aprile.
Com’è fatta
L’aspetto è molto simile a quello della japonica, tanto che, senza fiori, non è facile distinguerle. Ma la sasanqua produce fiori semplici, a coppa, al massimo semidoppi, cioè con qualche petalo in più rispetto ai canonici cinque, sempre bianchi, rosa o rossi con vistosi stami gialli centrali.
Sempreverde, alta e larga fino a 2 m, esiste in qualche centinaio di varietà, anziché le migliaia anche a fiore doppissimo della camelia primaverile.
Quali cure per la camelia sasanqua in vaso
Come la cugina, preferisce ambienti dove la temperatura non scenda troppo sotto zero e non salga oltre i 30 °C.
Sul terrazzo, da novembre a febbraio è preferibile una posizione dove il sole arrivi dopo le 10 di mattina, e riparata dal vento freddo. Se gelasse, avvolgetela con un telo di non tessuto; se piovesse per molti giorni o nevicasse, spostatela in un punto in cui non arrivino le intemperie (anche in serra fredda). Non rinvasatela: è un’operazione da fare al termine della fioritura, non all’inizio o durante.
Le annaffiature in autunno-inverno devono essere moderate ma costanti, appena prima che il terriccio si asciughi del tutto, con acqua decalcificata e con aggiunta di concime liquido per acidofile ogni 15 giorni sino alla fine della fioritura.
Cosa fare dopo la fioritura
Quando cadrà anche l’ultima corolla, entro la metà di febbraio, le cure restano simili: continuate a bagnare (il substrato deve rimanere sempre leggermente umido, in tutte le stagioni, ma non fradicio) e concimare – ogni 20 giorni –, interrompendo la fertilizzazione in maggio, dopo la formazione delle gemme per l’autunno successivo e riprendendola in settembre. Spostate la pianta all’ombra da marzo a settembre, comunque non deve stare al sole nelle ore centrali del giorno.
Fra marzo e maggio del primo anno dopo l’acquisto rinvasate ed eventualmente dividete gli esemplari in vaso: spesso ne trovate tre insieme, ma due sono destinati a morire se coabitano, quindi tagliate con delicatezza il pane di terra in modo da dividerle e rimetterle ciascuna in un singolo vaso con lo stesso diametro di quello originario. Se invece il soggetto è uno solo, rinvasatelo in un contenitore di due misure in più. Anche il substrato dev’essere specifico per acidofile, con un buon drenaggio sul fondo del vaso.
In estate, con il caldo, servono anche le vaporizzazioni giornaliere del fogliame, sempre con acqua senza calcare per evitare righe bianche sulle foglie. E attenzione, perché l’estate è il punto debole delle camelie: amano un clima fresco, e il caldo nuoce loro molto. Fra l’altro, le camelie in genere sono piante poco indicate al Sud, soprattutto costiero.
Le cure per coltivare la sasanqua in giardino
Tutte le camelie amano un terreno acido, torboso, fertile, umido e sempre ben drenato; non sopportano suoli calcarei, nemmeno se corretti con torba in abbondanza, perché deperiscono nell’arco di pochi anni. Se avete il terreno giusto, mettetela in una posizione a mezz’ombra, oppure ombreggiata d’estate e soleggiata d’inverno, comunque fate in modo che non stia al sole estivo dalle 10 alle 17.
Annaffiatela in abbondanza in primavera-estate, mediamente in autunno e inverno ma solo se non piove a sufficienza. Concimatela in settembre, marzo e giugno con un prodotto per acidofile a lenta cessione in granuli da spargere sul terreno. Normalmente le camelie non vanno potate, ma se proprio lo dovete fare per ridurre l’ingombro, procedete subito dopo la fioritura prima che si formino le gemme da fiore.